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Passaggio delle consegne

Molti di voi avranno in mente sicuramente i numerosi passati bollettini in cui mettevo in evidenza l’amicizia, la vicinanza, il piacere di stare insieme presenti tra i soci del Club e e che li portava, anche dopo il tocco della campana che chiudeva la serata, a non andarsene ma rimanere al proprio posto continuando a godere della reciproca compagnia.

Anche questa nostra serata numero 1952, dedicata al passaggio delle consegne tra Dino Artusio e Gianni Radis  è stata caratterizzata da questa comunione di intenti che ha fatto si che a lungo, dopo il tocco di campana, i numerosi soci e i loro ospiti rimanessero ai tavoli, complici sicuramente il fatto che gli stessi fossero stati preparati nel giardino del Golf Club, che le zanzare si fossero tutte ormai ritirate e che un ponentino di romana memoria avesse rinfrescato la serata.

Sì, perché questa serata è stata un giusto compromesso tra la ritualità necessaria per il passaggio delle consegne tra i due presidenti, momento importante per la vita del Club, momento che è  simboleggiato dalla nostra ruota che continuamente gira e la voglia di festeggiare, parafrasando un noto giornalista televisivo, un anno che è appena terminato ed uno che sta per nascere.

Festa campestre potremmo definirla anche perché, grazie alla perfetta organizzazione di Massimiliano e Donatella,  a fianco dei tavoli, sin dal primo pomeriggio, cuoceva “ su porceddu” (i) che poi ha fatto la parte del leone nella nostra conviviale.

La serata è iniziata con il prefetto, Federico Moine, che nella sua ultima apparizione, dopo aver  salutato gli ospiti della serata, tra cui, graditissima, Giovanna Abrate, ha rivolto un pensiero a Leonzia Cavalot, mamma di Andrea e Gabriella che solo pochi giorni fa ci ha lasciato per raggiungere il suo Alberto.

Il Presidente ha  poi dato la parola a Davide Cavalieri che in questi mesi ha curato il rinnovamento del sito internet del Club : ora è molto più snello, di facile intuizione, utilizzabile sia da pc che da smartphone e contiene la storia del Club e tutta la documentazione che ne regola la vita.

Grazie a Davide, presto sarà disponibile per tutti i soci.

Dino Artusio ha voluto brevemente ricordare quello che è stato il grande protagonista del suo anno rotariano, soprattutto nella seconda parte, quel programma Brams che grazie alla rinnovata  verve di Giorgio Crua e al lavoro di Carlo Ferruccio Tondato e Michele Palumbo è riuscito a fare cose strabilianti a favore del popolo ucraino ed altre, altrettanto strabilianti,  sta continuando a fare.

Ha poi voluto premiare il vostro segretario con una Paul Harris e devo riconoscere che, stante anche l’omertà di Francesca con cui mi piace condividere parte del merito per il mio riconoscimento,  sono stato colto di sorpresa ed un immenso piacere mi hanno fatto le parole che Dino ha avuto nei miei confronti, anche al termine della serata, a microfoni spenti, e di questo lo ringrazio infinitamente.

Ha fatto poi partecipi tutti i presenti della nomina dell’amico Beppe Ferro a Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino.  A Beppe i nostri più calorosi e sinceri complimenti.  Come ultimo atto da Presidente ha, in uno con il suo successore, reso omaggio a Franco Graziano che “compie” cinquanta anni di Rotary, diventando il decano dei soci attivi.    Grande Franco!!!!

Dopo l’investitura del nuovo Presidente con il passaggio del collare, Gianni Radis ci ha dato appuntamento a lunedì 18 luglio, ultima serata prima delle vacanze estive, per la presentazione dei suoi programmi e del suo staff ma ha voluto sin da subito rimarcare la sua volontà di seguire la tradizione del nostro Club per quanto riguarda le serate tra noi, sempre momento di vicinanza e di amicizia, intervallate da serate con relazioni che comunque attraggano i soci e stimolino la loro attenzione o da eventi con altri Club o con altri enti istituzionali su argomenti e tematiche importanti e attuali nel campo della cultura, dell’industria e  nel sociale rimarcando poi il suo desiderio  di continuità nei programmi storici del Club, Brams innanzitutto e il Concorso Scolastico Alfredo Giugiaro la cui organizzazione ha già fatto i primi passi.

Gianni ha evidenziato come negli incontri avvenuti in sede di preparazione all’anno rotariano,  nelle stanze del potere (ii) il  nostro Club sia considerato  un po’ “monello”, più portato all’autarchia che non alla compartecipazione, in poche parole, più Rolling Stones che Beatles, più “Pulp Fiction” che “Pretty Woman”, più Jacques Villeneuve che Niky Lauda.

Ma ha immediatamente sottolineato come la cosa veramente importante sia che il nostro Club opera, agisce, ottiene risultati, magari chiede anche aiuto, ma ove questo non arrivi, si rimbocca le maniche come faceva al vecchio Fila capitan Valentino e prosegue per la sua strada.  (iii)

Perché, ha concluso il novello Presidente, citando la sua nonna: ”per fare del bene non necessariamente si deve dimostrare una devozione esagerata e per lo più insincera o addirittura ipocrita nei confronti del potere” (iv)

Gianni ha poi chiesto ed ottenuto un grande applauso per gli artefici della serata, i “quattro mori” con tanto di bandiera sarda che hanno magistralmente cucinato “su porceddu”.

Il tocco della campana, a due mani, ha concluso, si fa per dire…., la bella serata allietata dalla presenza di tanti giovani.

  • La tradizione del porceddu da latte giunse, secondo alcune fonti, dagli antichi insediamenti spagnoli che  dominarono il territorio sardo per molti anni e veniva originariamente consumato dai pastori sardi nel solo periodo pasquale, in quanto il maiale costituiva un’importante risorsa alimentare per le famiglie.
  •  A tal proposito vi invito a leggere un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Rotary a firma di Giambattista Sallemi  – Rivista n. 6 – Distretto 2031 – pagg. 126/127.  
  • “Il quarto d’ora granata”, l’attimo in cui dagli spalti del Filadelfia Oreste Bormida suonava la tromba e Valentino Mazzola, il capitano, si rimboccava le maniche. E il Torino, pardon, il Grande Torino, diventava imbattibile.
  •   In effetti quella su citata è una versione edulcorata della frase della nonna che testualmente recitava “ per fare del bene non necessariamente si deve andar a baciar le pile”….l’antica saggezza colpisce ancora.