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“IL BUIO OLTRE LA GLORIA”

Ieri, 29 settembre….. (i)

Mi trovate in difficoltà a dover inquadrare per potervela raccontare la serata di ieri, 29 settembre appunto, la numero 2028 della nostra storia che ha visto il graditissimo ritorno di Giorgio e Paolo Viberti, gemelli, giornalisti sportivi di fama, che ci hanno presentato il frutto della loro ultima fatica “Il buio oltre la gloria – I grandi campioni dello sport contro l’ultimo avversario”.

Hanno seguito quasi 50 giri d’Italia, oltre 30 Tour de France, 9 Coppe del Mondo di sci, hanno vissuto le storie di vita di tanti sportivi, scavando dietro il campione che noi tutti vediamo.

Giornalisti per caso, ha detto Paolo, che ha abbandonalo gli studi di Lettere all’Università per lavorare a Tuttosport mentre Giorgio, medico, ha appeso il camice al fatidico chiodo per essere assunto alla Stampa. Innamorati del loro lavoro hanno sempre tentato di restituire alla gente quello che sentono come il previlegio della loro professione, che ha permesso loro di vivere eventi straordinari.

Tornando alla serata e ai miei dubbi, non è stata la classica relazione, d’altra parte solo chi non avesse mai incontrato i Due avrebbe potuto pensarlo; non è stata la classica presentazione di un libro da parte degli autori, spesso autoreferenziale, è stato sicuramente qualcosa di più, è stato come immergerci nelle storie felici, tristi, pruriginose, commoventi che ci hanno raccontato durante la cena.

E così abbiamo conosciuto Nearco, puledro della razza Ormello Olgiata, che secondo Paolo Viberti è stato il più grande galoppatore al mondo e abbiamo saputo dello stretto suo legame con chi lo aveva accudito da puledrino in Italia e che rivede dopo oltre nove anni in Inghilterra, riconoscendolo all’istante.

Abbiamo sentito la storia di Ottavio Bottecchia, il muratore del friuli, primo e unico italiano a vincere due Tour de France consecutivamente nel 1924, conquistando la maglia gialla nella prima tappa e conservandola sino al termine della Grande Boucle, e nel 1925; ciclista capace di arrivare secondo alla Milano – San Remo del 1923 senza utilizzare alcun rifornimento per poi candidamente confessare di averlo fatto per poter portare qualcosa da mangiare alla sua famiglia.

E che dire di Jacques Anquetil, il Sultano, della sua profonda inimicizia con un altro grande del ciclismo francese, Raymond Poulidor e della sua sregolatissima vita familiare che, sposato con Janjne lo portò ad avere una storia e due figli, prima dalla figlia di primo letto della propria moglie e poi dalla moglie del figlio della stessa Janine.

Sarà forse perché sono torinista da quando mio padre mi portò al Fila a diciotto mesi di vita, sarà perché domenica 15 ottobre 1967 ero allo stadio comunale a vedere il Toro vincere (bei tempi….) contro la Sampdoria e la domenica successiva a piangere al gol del numero sette granata, sarà perché la tragica fine della “Farfalla Granata” l’ho vissuta di persona, ma riascoltarla dalla voce appassionata di Giorgio Viberti mi ha profondamente commosso, riportandomi indietro nel tempo nel ricordare un grandissimo campione, il calciatore che, come scrisse un giornalista, “ha osato essere se stesso”.

Personalmente più che in una tipica serata rotariana mi sono sentito a teatro, Carignano più che Alfieri a parer mio, ad ascoltare quattro monologhi che mi hanno, spero ci abbiamo, incantato, trasportandomi in un altro tempo, con altri valori, con storie incredibili.

E poco importa, credo, se per una sera non abbiamo potuto colloquiare più di tanto tra noi: in fondo, a teatro si va per ascoltare e per….applaudire gli attori.

  • 29 Settembre, Battisti -Mogol – 1969

NdR Come avrete notato il dottor Gabriele Pozzo, Direttore del Reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale “S. Croce”, per improvvisi impegni non ha potuto essere presente per divenire nostro socio.

Lo rivedremo il prossimo lunedì 6 ottobre, nella serata in cui Mario Garavoglia terrà la sua relazione sulla riforma della giustizia.