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Beppe Gandolfo

Beppe Gandolfo

Torinese doc, ha iniziato la propria carriera giornalistica nei periodici e nelle TV Locali, G.R.P. e Telesubalpina, per poi passare alla sede del Piemonte dell’ANSA, dal 1998 è corrispondente per il Piemonte e la Valle d’Aosta per l’informazione delle reti Mediaset e dal 2002 pubblica il volume “un anno in Piemonte” volume che raccoglie i fatti e i relativi approfondimenti di quanto accade nell’anno nella nostra regione..

Beppe Gandolfo è tornato a farci visita dopo qualche anno e ci ha piacevolmente intrattenuto sullo stato attuale dell’informazione nel nostro paese e dei profondi cambiamenti che l’hanno caratterizzata in questi ultimi anni.

 Si è passati in pochi anni da una informazione caratterizzata dalla ritualità, dalla preparazione, dal controllo delle notizie ad una informazione che deve essere soprattutto veloce, poco importa se non del tutto corretta “si può sempre rettificare” ci ha detto l’ospite. Basti pensare che nel 1978 la notizia dell’elezione al Pontificato di Giovanni Paolo II aveva impiegato tre giorni a raggiungere tutto il mondo, l’elezione di Papa Francesco ha impiegato solamente 31 secondi. La velocità innanzitutto e le innumerevoli fonti di informazione che ci offre il Web.

Ma questo ci fa sentire più o meglio informati?

Sicuramente più informati del passato ma la mole di informazioni che ci raggiunge è enorme e  costringe il nostro cervello a resettarsi e quindi la mente dimentica in fretta le troppe notizie che la raggiungono.

L’informazione attuale poi è caratterizzata da una scarsa, per non dire mancante, lettura dei fatti, necessaria  per capire cosa sia effettivamente accadendo o sia accaduto e l’attenzione è solo puntata alle notizie del giorno che più sono urlate più colpiscono anche se quando tutti alzano la voce, e molti programmi televisivi ce lo dimostrano ogni sera, nessuno più sente.

Questa mole di notizie urlate non ci permette di accorgersi di fatti ben più impattanti sulla nostra vota : nel 1969 negli stabilimenti FIAT di Mirafiori lavoravano sessantamila dipendenti, 21 anni fa erano circa quarantacinquemila, oggi sono meno di quattromila, ma noi non ce ne accorgiamo, sommersi come siamo da notizine di sangue o di gossip.

Proprio per sopperire a questa informazione poco approfondita e urlata nasce l’almanacco che raccoglie le notizie più importanti dell’anno in Piemonte : dall’aumento abnorme della temperatura nel corso dell’anno 2022  che è stato definito come il più caldo in assoluto anche se pochi sanno che l’anno in corso sarà ancora peggio e che già 20 comuni della provincia di Cuneo devono fare ricorso alle autobotti per l’approvvigionamento di acqua,  alla salita sul tetto del mondo del chivassese Bagnaia che a parere del relatore (e non  solo) non è stato sufficientemente  celebrato nella sua regione, dalle ATP Finals di Tennis che hanno fatto conoscere al mondo una splendida Torino, ai cento anni dell’industria dolciaria Galup di Pinerolo, dalla perdita per la nostra città delle Olimpiadi invernali, uno degli episodi più bui della politica torinese alla visita di Papa Francesco nell’astigiano, alla, sono parole sue, “ricerca delle sue radici”.

E proprio con le parole pronunciate da Sua Santità, Beppe ha voluto congedarsi al termine della sua interessantissima conversazione “A tutti voglio dire che a la fame propri piasì encuntreve e augurarvi ch’a staga bin!”

L’intenzione di Beppe di terminare con queste parole è stata però vanificata dai numerosissimi quesiti che molti dei soci presenti hanno voluto porgli, a dimostrazione de grande interesse che le parole del relatore hanno suscitato in tutti i presenti.